1.200 Presenze, in notevole crescita dagli anni precedenti. Negozi del centro storico chiusi: ha inaugurato così domenica 2 febbraio l’attesa mostra dedicata al Liberty. La Fondazione Cassa dei Risparmi, in collaborazione col Comune, consolida così la tradizione che colloca Forlì nel circuito delle grandi mostre. Eventi riconosciuti a livello internazionale: la rassegna dedicata a Wildt nel 2012 sarà riproposta l’anno prossimo al Museo d’Orsay a Parigi.
Divenire un tale punto di riferimento culturale giova non solo al prestigio e all’amor proprio dei forlivesi, ma anche, in modo più o meno diretto, all’economia della città.

Ma la città è (finalmente) pronta per questa sfida?
Le mostre del San Domenico attirano mediamente 80.000 visitatori con punte, nel caso del Canova, di 151.000. Tra febbraio e giugno, 4.000 persone a settimana passeggiano in città. Quale occasione migliore per le attività del centro storico per mettere in mostra le proprie qualità, fornendo così un motivo a chi è venuto da fuori per tornare a Forlì? Le mostre, in particolare le ultime tre, articolate sul tema del ‘900, contribuiscono a restituire un’identità alla nostra città. Va da sé che le occasioni vanno colte al volo.
È successo, in passato, che intere comitive giunte in pullman nella nostra città per la mostra, abbiano dovuto ripiegare su una piadina al parco urbano: non c’era in centro un solo ristorante aperto per l’ora di pranzo. E questo esordio del Liberty ci lascia perplessi: i nostri commercianti si sono lasciati sfuggire 1.200 persone in città, in pieno periodo di saldi.
 
Se vogliamo davvero puntare sul turismo, dobbiamo adeguare il nostro modo di proporci. Manca la mentalità giusta per costruire un’offerta moderna: una specie di menù, che offra al visitatore pillole di cultura, ma anche di gastronomia e prodotti tipici del nostro artigianato. Un percorso pedonale ben segnalato, che abbia nel San Domenico il punto di partenza e di arrivo, che permetta al visitatore, in un paio d’ore di passeggiata, di apprezzare la bellezza della nostra piazza, le architetture razionaliste in viale della Libertà, di pranzare e curiosare tra i negozi.
Le istituzioni, ma ancor più il sistema delle imprese e le Associazioni che le rappresentano, devono cogliere il potenziale economico che un’identità culturale definita può fornire alla città.

Riccardo Guardigli
Responsabile CNA Forlì città