Era il 2010 e ci preoccupammo di chiedere un incontro col sindaco e il presidente della Provincia affinché contattassero il management della Ferretti per verificare le reali intenzioni da parte dell’azienda di realizzare gli investimenti programmati. Eravamo, infatti, consapevoli che, oltre alla crisi mondiale del mercato della nautica, il nostro territorio doveva affrontare la competizione in atto con altri cantieri dell’Adriatico, in particolare con quelli della regione Marche.
E proprio l’attività degli amministratori marchigiani, i quali avevano intensificato i rapporti e le collaborazioni con la proprietà cinese della Ferretti, ci avevano spinti a sollecitare l’intervento della Regione Emilia Romagna in difesa del comparto nautico forlivese.
Le associazioni chiedevano un intervento deciso per preservare l’intera filiera produttiva, composta da imprese piccole e medie attive nel settore da decenni e che hanno condotto la nostra città tra i poli di eccellenza in ambito nazionale; ma non solo, il nostro obiettivo era la valorizzazione della qualità delle aziende della nautica, evidenziando, al contempo, la presenza a Forlì dell’università e di centri per l’innovazione in grado di garantire il supporto tecnologico e innovativo per i progetti di sviluppo.
Sarebbe fin troppo facile ironizzare sulla giustificazione pronunciata dall’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli “Forlì non ha il mare” (considerato che lo stabilimento marchigiano di Mondolfo è in collina), così come addossare le responsabilità di questa situazione unicamente agli amministratori regionali; sono certamente altre le motivazioni, principalmente di carattere economico, a orientare le scelte del gruppo Ferretti. Tuttavia, di fronte all’attualità, appare quantomeno più incisiva l’azione degli amministratori delle Marche e del loro presidente regionale, anche perché, se la crisi è un fatto assodato, non risulta che Marotta sia fra i paesi a economia emergente.
Non abbiamo smesso di incalzare in questi mesi i referenti di Comune e Provincia per avere informazioni sia sui programmi della Ferretti, sia sul rispetto dell’accordo di programma (a tal proposito la domanda sorge spontanea: ma non era in atto un’autorizzazione a costruire un nuovo stabilimento a Forlì?), ottenendo sempre risposte generiche sul primo punto e tranquillizzanti, dal punto di vista tecnico, sul secondo; ci chiediamo inoltre come mai gli amministratori locali non si siano resi conto della processione iniziata, da oltre un anno, da parte di un centinaio di dipendenti che, da Forlì, si recano quotidianamente a Marotta non certo per imparare qualcosa, visto che lo stabilimento forlivese aveva la maggior efficienza e marginalità di tutto il gruppo!
La situazione che si va prefigurando è allarmante, soprattutto per le imprese che operano nel settore e che impiegano, direttamente e indirettamente, circa duemila persone.
Oltre alla perdita dei posti di lavoro, cosa di per sé già grave in questo momento, si corre il rischio di disperdere un patrimonio di conoscenza ed esperienza che hanno reso in questi anni della nautica forlivese un’eccellenza non solo in ambito nazionale.
La città di Forlì sconta da anni il disinteresse, quando non addirittura l’ostracismo degli amministratori regionali, ciò che chiediamo oggi è uno scatto d’orgoglio, una presa di posizione netta per ottenere il rispetto di quanto stabilito, offrendo, al contempo, all’azienda condizioni che possano indurre a un ripensamento delle decisioni assunte.