Dal 2007 al 2012 il settore delle costruzioni ha perso il 32%, con un calo di 500.000 posti di lavoro in Italia. Una crisi che non ha origini solo finanziarie e necessita di un profondo ripensamento del comparto per farlo ripartire su nuove basi. È nato per questo il progetto Rigenerazione urbana promosso da CNA, che mette in rete i diversi soggetti coinvolti come mai prima: enti pubblici, imprese, banche, professionisti e cittadini.

Dopo aver incassato il plauso di amministratori e operatori del settore, tale progetto si è tradotto in uno strumento concreto: il “Protocollo d’intesa per la sperimentazione in materia di Rigenerazione urbana”. Firmato in prima battuta nel giugno scorso dai sindaci dei 14 Comuni del comprensorio forlivese, il protocollo arriva ora anche nel Cesenate.
Giovedì 19 dicembre firmeranno il Protocollo d’intesa promosso da CNA i sindaci di Cesena, Montiano, Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna e Verghereto. Si tratterà di uno dei primi atti della costituenda Unione Valle Savio. Saranno così 20 complessivamente le Amministrazioni comunali che aderiscono al Protocollo di CNA, che si pone l’obiettivo di coinvolgere nei prossimi mesi tutti i Comuni rimanenti della nostra provincia.

La firma del Protocollo d’intesa avrà luogo la mattina di giovedì 19 dicembre 2013 presso la Sala Centro Studi Plautini  di Sarsina. La mattinata si aprirà alle ore 10.15 con i saluti di Luigi Mengaccini, sindaco di Sarsina; a seguire gli interventi di Paolo Lucchi, sindaco di Cesena; Fabio Molari, sindaco di Montiano; Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena e Lorenzo Spignoli,  presidente della Comunità Montana Appennino Cesenate.

Come è nato il Progetto Rigenerazione urbana di CNA?
“Partiamo da due dati – spiega Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena – il 60% degli edifici abitativi in Italia sono stati costruiti negli anni dal 1945 al 1981. I fabbricati energivori sono responsabili del 40% delle emissioni inquinanti sul pianeta. In questo contesto, ogni anno in Italia si spendono 44 miliardi di euro per il rinnovo edilizio residenziale. È però un mercato polverizzato, fatto di micro-interventi, senza un vero progetto di riqualificazione del nostro tessuto urbanistico.
Il Progetto Rigenerazione urbana di CNA si basa su opportunità concrete e realizzabili, quali i benefici fiscali del 50% e 65% per la ristrutturazione edilizia ed energetica, il supporto del sistema bancario, la valorizzazione degli immobili dal punto di vista edilizio. Un progetto ambizioso, che potrà contribuire al rispetto degli impegni presi col Protocollo di Kyoto e il Patto dei Sindaci”.

Ma quali sono i contenuti del Protocollo d’intesa?
Tutti i soggetti coinvolti – enti pubblici, CNA e imprese – si impegnano ciascuno a svolgere fattivamente la propria parte. Tra gli aspetti salienti, gli enti pubblici (i Comuni, in primo luogo) si impegnano a svolgere un ruolo guida nel definire gli interventi di riqualificazione urbana ed efficientamento energetico, modificando strumenti urbanistici e regolamenti. Ma anche a garantire reali vantaggi per gli investimenti realizzati e sensibilizzare i cittadini.
“Come CNA – conclude Napolitano – siamo già impegnati a qualificare e formare gli operatori del settore: 50 imprese associate a CNA hanno appena terminato un percorso formativo importante nell’ambito della rigenerazione urbana. Inoltre stiamo lavorando su un “Contratto di garanzia” per interventi di efficienza energetica e sostenibilità ambientale nel settore edile e impiantistico. CNA si sta spendendo inoltre per agevolare l’accesso al credito da parte dei cittadini grazie a una convenzione e al coinvolgimento del sistema bancario”.