Naturalmente, sono maggiormente presi di mira i produttori e i rivenditori di quelle più costose, che vengono poi smerciate tramite il mercato elettronico, principalmente nei paesi dell’est Europa.
È un vero e proprio stillicidio a cui occorre porre urgentemente un freno. I malviventi agiscono con azioni fulminee, in pochissimo tempo (nell’ordine di qualche minuto), aggirando i sistemi di videosorveglianza e causando ingenti danni alle imprese, per decine di migliaia di euro.
Ho avuto modo di assistere alla testimonianza diretta, e molto preoccupata, di un imprenditore del settore durante una delle visite aziendali effettuate insieme al Sindaco di Cesena. E ho verificato di persona la tempestività con cui il Sindaco Lucchi si è attivato, coinvolgendo la Prefettura per assicurare una maggiore copertura del territorio da parte delle forze dell’ordine.
Maggior presidio del territorio che, fino ad oggi, però non ha dato i risultati auspicati. Occorre, allora, cercare soluzioni più efficaci e integrate per contrastare una sempre più organizzata. Soluzioni indispensabili per ricostruire un clima di sicurezza percepita accettabile mentre, invece, oggi le imprese, e non solo, si sentono impotenti rispetto alla escalation dei furti.
Nello specifico, oltre a intensificare con grande determinazione l’azione di contrasto diretto sul campo, occorre individuare gli strumenti per rendere inutilizzabili i canali attraverso i quali appare fin troppo facile piazzare la refurtiva. Serve un intervento legislativo per rendere inutilizzabili questi canali? Potrebbe rappresentare un primo passo nella giusta direzione, in questo senso occorre avviare un confronto ampio, coinvolgendo tutte le istituzioni a partire dai nostri parlamentari.
Non dobbiamo arrenderci o, ancora peggio, proclamare la nostra impotenza. Le nostre imprese non possono e non vogliono alzare bandiera bianca.