Servono certezze per i titolari degli stabilimenti balneari che operano nel demanio statale. È questa la richiesta che si è levata a gran voce nella recente riunione di coordinamento, tenutasi a Cesenatico, dei bagnini aderenti a CNA Balneatori.
“Anche se siamo in piena stagione non possiamo perdere ulteriore tempo – afferma Stefano Rossi, membro del coordinamento nazionale CNA Balneatori – le concessioni degli stabilimenti balneari sono state prorogate solo fino al 2020, quindi la scadenza è dietro l’angolo, bisogna correre!”
È positivo che CNA Balneatori, SIB Confcommercio, FIBA Confesercenti abbiano incontrato, nei giorni scorsi, prima gli europarlamentari italiani, poi il Governo Italiano, affinché si adoperino per affrontare e risolvere i problemi legati alle concessioni demaniali marittime.
“I Comuni costieri interessati sono circa 600, mentre le imprese balneari sono oltre 30.000 in cui operano circa 300.000 imprenditori e oltre 1 milione di lavoratori – spiega Rossi – bastano solo questi pochi numeri per capire che la direttiva europea rischia di mettere in ginocchio uno dei pochi comparti economici del nostro paese che reggono all’urto della crisi. Intere economie locali, come ad esempio Cesenatico, vivono di turismo, e, in un periodo di crisi economica che ha ridotto all’osso gli investimenti, se ai bagnini venissero date certezze sulle concessioni, sarebbe uno dei settori dove riprenderebbero gli investimenti strutturali, con notevoli benefici all’economia in generale, e a tutto l’indotto che ruota attorno al turismo”.
Dopo gli europarlamentari il passaggio successivo è stato quello di intervenire nei confronti del Governo Letta, che, per la verità, si era già dimostrato sensibile alle problematiche di carattere economico, ed anche in questa occasione ha iniziato un percorso. Infatti, tramite il Sottosegretario Barretta, il Governo si è impegnato a istituire un tavolo tecnico, in modo da avere punti di riferimento certi (Governo, Regioni, Comuni, Associazioni di Categoria), per poi selezionare gli argomenti da inserire nell’agenda del confronto in programma con l’Unione Europea, al fine di dirimere la spinosa questione dei bagnini.
“Anche questo risultato è stato ottenuto dall’azione congiunta dei Sindacati di Categoria, CNA Balneatori, SIB Confcommercio e FIBA Confesercenti – dichiara Massimo Benini, bagnino di Cesenatico e membro della Presidenza di CNA Est Romagna – noi vogliamo incominciare la trattativa con l’Europa per far capire che una Direttiva comunitaria non può essere un dogma, ma va interpretata. Dobbiamo dichiarare nettamente che per il nostro Paese, le concessioni demaniali marittime sono estranee alla direttiva servizi, e le motivazioni sono note: gli stabilimenti balneari sono attività artigianali nelle quali si prestano servizi di pubblica utilità. Come, per esempio, la prevenzione e la sicurezza della vita umana in terra e in mare. Poi è nostro dovere tutelare e mantenere pulito l’arenile e lo spicchio acqueo prospicente. Infine, le concessioni sono tantissime, per cui non c’è un problema di monopolio. Perché non seguire l’esempio spagnolo, ove agli attuali concessionari è stata concessa una proroga di 75 anni?”.