Si è concluso da poco l’anno scolastico e, pensando al futuro professionale dei ragazzi, è interessante l’esito di un’inchiesta, condotta da CNA tra le ragazze e i ragazzi della terza media inferiore delle scuole forlivesi, le scolaresche coinvolte quest’anno nella 21a edizione del Progetto Scuola-Artigianato di CNA. L’inchiesta mirava a individuare il livello di conoscenza dei giovani circa il mondo dell’artigianato e della piccola impresa, le sue possibilità di lavoro, la molteplicità di mestieri e professioni.

Nel questionario si chiedeva tra le altre cose se, a parere dei ragazzi, il mondo dell’artigianato potesse offrire buone prospettive di lavoro, quali fossero i mestieri artigianali conosciuti, se fosse nota la differenza tra mestieri tradizionali e nuove professioni. Interessanti le risposte: su un campione di 220 ragazzi, l’89% ha risposto di essere a conoscenza delle prospettive di lavoro offerte. Alla domanda circa la conoscenza dei mestieri tradizionali, le risposte sono state precise e dettagliate. Terza domanda: conosci la differenza tra mestieri tradizionali e nuove professioni, la risposta complessiva è stata coerente alla prima domanda; i sì sono stati il 90%, a fronte del rimanente 10% ripartito tra i no e i non so. Sono al passo coi tempi questi ragazzi, come dimostrano le risposte alla quarta e ultima domanda: infatti dimostrano conoscenza e dimestichezza, almeno in teoria, con le svariate nuove professioni legate all’informatica e al web. Non solo: conoscono mestieri nuovi come il “personal trainer”, il tatuatore, l’interprete, e altri ancora.

Significativo, poi, il raffronto con una inchiesta analoga condotta 10 anni fa da CNA, sempre nell’ambito del Progetto Scuola-Artigianato. Allora le risposte dei ragazzi furono decisamente più confuse, meno azzeccate. Segno che c’è un mutamento in corso, a partire anche dalla mentalità delle famiglie che hanno abbandonato quegli infelici luoghi comuni, che sino a non molti anni fa consideravano il mondo artigiano con sufficienza, quasi un mestiere di serie B.

 “Dalla nostra inchiesta emergono aspetti interessanti, degni di riflessione e di spunti operativi – commenta Riccardo Guardigli, responsabile CNA Forlì città – soprattutto i ragazzi, rispetto al passato, cominciano a capire meglio che, nonostante la crisi dell’economia, si possono fare buone cose. Fa piacere che nell’immaginario dei ragazzi, in vista del loro futuro, torni da protagonista il lavoro manuale: che poi sognino di aggiustare bici o moto da corsa o di lavorare creativamente sul web, è questione di singole attitudini. È importante qui il ruolo degli insegnanti, oltre che delle famiglie. Del resto, il raccordo tra scuola e mondo del lavoro è priorità decisiva: su questo tema l’Italia è ancora indietro rispetto ad altre realtà europee. Per questo come CNA già da tre anni, al progetto Scuola-Artigianato abbiamo affiancato la proposta didattica Detto, fatto! che accompagna le bambine e i bambini delle scuole elementari alla scoperta delle risorse del mondo artigiano e della piccola impresa”.