Riflessioni operative sul credito e sui Confidi regionali
 
Novemila aziende emiliano romagnole nel 2012 hanno risposto alla stretta creditizia attraverso Unifidi, il più grande confidi emiliano romagnolo, tra i primissimi in Italia per finanziamenti e soci con ben 77.000 imprese aderenti.
Ben 750 milioni di operazioni erogate nel 2012 a 9 mila imprese sono un segnale evidente di attaccamento al territorio nel momento più difficile.
Negli ultimi 12 mesi, Unifidi – con il supporto della Regione Emilia Romagna e del Fondo Europeo degli Investimenti (FEI) – ha finanziato più di mille aziende localizzate nei comuni colpiti dal sisma per circa 90 milioni di finanza erogata, per le prime esigenze di liquidità e per gli interventi strutturali di ricostruzione, messa in sicurezza degli immobili, riavvio della produttività. 

Il direttore generale Unifidi, Domenico Menozzi, ha presentato i numeri del 2012, dove si evidenzia in particolare come la base sociale sia ormai eterogenea e riguardi le piccole e medie imprese artigianali e industriali ma vi siano ottimi numeri nei settori del commercio e dell’agricoltura. Un patrimonio di settanta milioni in crescita nonostante il momento di difficoltà generale è un segnale positivo importante.
Le associazioni di riferimento hanno lanciato forte il loro messaggio nelle parole prima di Gabriele Morelli, segretario di CNA Emilia Romagna e Tino Vaccari in rappresentanza della Confartigianato Regionale. Morelli ha sottolineato come Unifidi sia nato nel peggior momento della crisi e quante imprese non avrebbero avuto un domani senza il confidi unitario. “Non siamo però ancora soddisfatti – ha precisato Morelli -, abbiamo bisogno di nuove strategie per il futuro, le chiediamo a Unifidi, al sistema camerale e alla Regione. CNA è disponibile a una nuova fase per avere migliori condizioni per le imprese, passando innanzitutto dal sostegno dei patrimoni dei confidi”. Vaccari per la Confartigianato Regionale, dal canto suo, ha evidenziato come le piccole imprese abbiano meno credito nonostante le insolvenze siano decisamente più basse rispetto alle medie e grandi imprese. “Abbiamo bisogno che si vedano i confidi – ha sottolineato Vaccari – come strumento della politica industriale nazionale, attraverso un ripensamento dei regolamenti del Fondo Centrale di Garanzia e delle normative di vigilanza della Banca d’Italia”. 

Particolarmente attese le parole dell’assessore regionale delle attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli: “Dobbiamo cambiare il rapporto tra banche e piccole imprese, deve riprendere un dialogo interrotto dalla freddezza dei numeri. Noi abbiamo scelto di rispondere ai problemi della finanza anche attraverso lo strumento dei confidi, ecco perché vogliamo investire non solo sull’oggi ma sulla strategia del domani della finanza regionale. Ecco perché pensiamo ad un progetto che istituisca un soggetto esterno alla regione che aggreghi i confidi emiliano romagnoli, interfaccia unico delle politiche industriali regionali e delle imprese”.