CNA propone una sperimentazione coi comuni dell’area Colline forlivesi. Prevista l’approvazione definitiva del Protocollo d’Intesa entro il mese di aprile 2013, per procedere con la firma entro la metà di maggio.
CNA ha concluso la prima fase dell’iter di presentazione del Protocollo sulla Rigenerazione Urbana nei comuni del forlivese: Bertinoro, Forlimpopoli, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Comuni Unione Montana “Acquacheta – Romagna Toscana” (Dovadola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Rocca San Casciano, Tredozio) e Comunità Montana Appennino Forlivese (Civitella di Romagna, Galeata, Meldola, Predappio, Premilcuore e Santa Sofia).
Agli incontri hanno partecipato: Gabriele Di Bonaventura, responsabile Costruzioni CNA Forlì-Cesena ; Viviano Gentilini, responsabile area territoriale CNA Colline Forlivesi, Egidio Liverani e Sandro Fabbri, responsabili marketing associativo area territoriale CNA Colline Forlivesi.
CNA ha chiesto ai sindaci di arrivare entro la fine del mese di aprile all’approvazione definitiva del Protocollo d’Intesa da parte dei Comuni, per procedere con la firma entro la metà di maggio 2013.
Ma quali sono i contenuti del Protocollo?
L’intento è quello di mettere ordine e regolamentare questo settore, sostenendo con strumenti concreti le idee innovative che possono rivelarsi decisive per il futuro del territorio.
Che cosa comporta e quali sono i vantaggi per le Amministrazioni? Innanzitutto, un valido supporto per puntare a raggiungere entro il 31 dicembre 2020 gli obiettivi del protocollo di Kyoto e ottenere così i finanziamenti previsti dalla Comunità Europea attraverso la firma del cosiddetto “Patto dei Sindaci”. Inoltre, il Protocollo è pensato per dare strumenti alle Amministrazioni e aiutarle a elevare gli standard urbanistici e la qualità della vita dei loro cittadini; per indirizzare le eventuali risorse finanziare finalizzandole a un adeguato ritorno economico e prestazionale degli edifici. In questo modo si favorirebbe anche la ripresa del settore dell’edilizia, che da solo rappresenta un terzo del sistema economico locale e nazionale, in una logica di sviluppo sostenibile.
Le Amministrazioni locali hanno la possibilità di assumere sempre di più un ruolo guida dell’intero processo indirizzando la propria attività nella definizione puntuale degli interventi di riqualificazione urbana e di efficienza energetica attraverso modifiche specifiche da apportare agli strumenti urbanistici e ai regolamenti (Bioedilizia e risparmio energetico, igiene, commercio, IMU etc.) affinché i suddetti interventi, di interesse del cittadino, oltre che essere conformi a tali strumenti, consentano di conseguire un reale vantaggio in termini di risparmio sui consumi energetici, sicurezza e ritorno economico degli investimenti realizzati, corretta certificazione energetica dell’immobile, anche in considerazione delle molteplici opportunità che il mercato attualmente offre.
“La scelta di iniziare la sperimentazione in questi comuni, che corrispondono alla nostra area territoriale CNA Colline Forlivesi – spiega Gabriele Di Bonaventura, responsabile del progetto – nasce dalla constatazione che tali comuni adottano una strumentazione urbanistica (RUE) quasi omogenea, resa tra l’altro possibile dalla comune appartenenza alle rispettive comunità montane, dalle dimensioni dei comuni e dalla possibilità di coinvolgimento dei cittadini in un processo di crescita che non è solo economico bensì culturale. La possibilità di rigenerare il patrimonio edilizio esistente del proprio comune, il recupero di standard urbanistici, una migliore qualità della vita può contribuire ad elevare la sensibilità e la crescita culturale dei cittadini attraverso un modello di sviluppo sostenibile”.
“Infatti per far uscire il settore delle costruzioni dalla crisi che attraversa – conclude Di Bonaventura – occorre che esso si misuri con le principali patologie del patrimonio edilizio italiano: la sua notevole ampiezza, il livello mediamente basso di qualità ed efficienza dovuto all’invecchiamento, l’eccessivo consumo energetico, la dispersione e frammentazione che provoca eccessivo consumo di suolo e penalizza le possibilità di sistemi di mobilità sostenibile”.