Tra storia e memoria cittadina.
La Fonderia Paganelli: dinasty di maestri fonditori forlivesi

E’ un interessante viaggio nella storia e nella memoria artigiana (ponte tra passato e futuro) l’agile volumetto: “La Fonderia Paganelli a Forlì. Di padre in figlio fino al 1965”, pubblicata con l’egida di CNA Forlì-Cesena e da Emilghisa, azienda forlivese che opera nel settore della fusione e lavorazioni. Scritta da Roberta Paganelli (laureata in lettere, ricercatrice e scrittrice in ambito teatrale e musicale, orgogliosa discendente della “dinasty” dei Paganelli, maestri fonditori in Forlì), impreziosita da rare foto e fascinosi documenti d’epoca della città dei primi del ‘900, la pubblicazione è appassionata e appassionante dedica ad una storia che meritava di essere raccontata e messa a disposizione del pubblico e, perché no, delle scuole. Una tradizione antica, quella della Fonderia Paganelli, di cui l’autrice ha ritrovato traccia in una sintetica ma eloquente inserzione pubblicitaria sulle colonne de “Il Pensiero Romagnolo”, nel lontano 27 luglio del 1913, ove Lieto Paganelli prometteva lavori in bronzo  con “massima precisione e sollecitudine”. Occhio alla testata del giornale: quel fonditore, figlio a sua volta di un fabbro ferraio, era un ardente mazziniano (oggi diremmo un fervente progressista).

Di qui la storia artigiana si dipanerà, tra vicissitudini sociali, cittadine, familiari. Fino all’entrata in scena di Achille e Alberto Paganelli, rispettivamente figlio e nipote di Lieto che, nel tempo, ampliarono l’attività acquisendo un grande fabbricato per aprirvi una più ampia fonderia: un fabbricato tutt’oggi visibile, sulla via Monte Santo, opportunamente vicino alla Vecchia Stazione, luogo idoneo alla ricezione e alla spedizione di materiali e lavorazioni. Ci saranno poi altri avvicendamenti familiari nella conduzione, fino alla chiusura definitiva nel 1965 della Fonderia Paganelli, in quanto tale. Perché, pochi anni dopo, l’attività sarà rilevata e ripresa dall’azienda “Emilghisa”. Tra i numerosi spunti pregevoli della pubblicazione il racconto dei rischi sul lavoro connessi alle bollenti fusioni (parliamo di molti anni fa) quando le norme e attrezzature di sicurezza sul lavoro non erano certo quelle attuali e gli artigiani dovevano ricorrere al buon senso: ad esempio bere molto latte per disintossicare il fisico dalle malsane polveri acri emanate da metalli e leghe bollenti.