Gli autotrasportatori non accettano accuse gratuite contro un’intera categoria: se ci sono dei “furbi” vanno perseguiti e condannati, ma non coinvolgiamo indistintamente tutti!
Come rappresentante sindacale della categoria dell’autotrasporto, aprire il giornale qualche giorno fa e sentir definire gli imprenditori che rappresento “pericolo per tutti” e cogliere l’affermazione che “il rispetto delle regole è un’eccezione”, è proprio grossa.
CNA-Fita Forlì-Cesena ritiene doveroso fornire dei chiarimenti in merito al grosso problema della concorrenza sleale nel trasporto merci. È opportuno evidenziare che la necessità di guidare, ossia lavorare, più del consentito nella stragrande maggioranza dei casi non è finalizzata alla ricerca del maggior profitto. Per molti autisti deriva dall’esigenza di adempiere alle richieste, sempre più spesso fuori da ogni regola, di chi ha commissionato i viaggi. Se non cominciamo a rendere responsabili (non solo a parole, ma nei fatti!) tutti gli attori della filiera del trasporto, non tanto e non solo delle infrazioni e delle sanzioni, quanto della sostenibilità del costo del trasporto, questo settore non ha futuro.
Facciamo un esempio concreto: capita che da un camion frigo che si reca quotidianamente in zona Milano percorrendo indicativamente 500/600 km, il committente pretenda 6 scarichi e 4 carichi. L’autista è impegnato dalle 3 del mattino alle 20 della sera: il tempo della guida corrisponde a quanto previsto dal codice, però i tempi di attesa al carico e allo scarico, così come le soste dovute al traffico, dilatano il cosiddetto “tempo di impegno” dell’autista, padroncino o dipendente. La soluzione ovvia a un impegno così gravoso è quella di organizzare meglio il viaggio, evitando qualsiasi inutile attesa, oppure di utilizzare per il viaggio due autisti che, alternandosi alla guida, possano garantire il servizio nel rispetto delle regole di guida-riposo.
È però su questo punto, ovvero sulla sostenibilità di un modello che abbini regolarità e rispetto delle regole, non solo per le imprese di trasporto, ma anche per tutti gli operatori della filiera, che nessuno è disposto a trattare e a sedersi al tavolo del confronto sindacale. Di fatto bisogna far circolare le merci al minor prezzo… sempre e comunque! Mediamente un viaggio per i mercati di Milano costa 250-300 euro, mentre un viaggio per Roma ne vale poco meno di 500: il trasporto incide sul costo della merce indicativamente per il 3/5% del valore del prodotto. Con queste tariffe, rispettando le regole…non c’è futuro!
Concludiamo facendo i complimenti alle forze dell’ordine per l’ottima operazione, che mira alla tutela delle imprese serie e che rispettano le regole, con la consapevolezza che sarà importante procedere nei controlli, in particolar modo su quegli attori della filiera (i committenti) che troppo spesso vengono lasciati fuori dalle responsabilità.