Un primo passo positivo

Con il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dell’11 ottobre scorso, si comincia ad  anticipare l’attuazione di una richiesta avanzata dalla CNA fin dal 2010, ossia da quando è stata emanata la Direttiva europea che ha consentito di applicare l’Iva per cassa a tutte le imprese con fatturato inferiore ai due milioni di euro. Essa prevede il diritto di ogni impresa, o lavoratore autonomo, di non anticipare il versamento dell’IVA all’Erario anche nell’ipotesi di mancato pagamento del corrispettivo da parte del cessionario o committente al momento del pagamento del relativo corrispettivo.

Di notevole importanza è la ricaduta sulle imprese di questa nuova norma. Da una elaborazione CNA sui dati delle dichiarazioni Iva pubblicate dal Dipartimento delle politiche fiscali del Ministero è emerso, infatti, che le imprese con il fatturato inferiore a due milioni di euro che hanno effettuato operazioni con altre imprese sono poco meno di 3,5 milioni.

E’ evidente che la scelta di adottare tale regime Iva obbliga in primo luogo l’imprenditore e, di conseguenza anche l’intermediario, a seguire gli incassi ed i pagamenti in modo puntuale.

Così facendo, una volta a regime la legge, potrebbe migliorare di molto l’equilibrio finanziario delle imprese in quanto non saranno più costrette a chiedere prestiti o a rischiare esecuzioni forzate da parte di Equitalia per versamenti di Iva relative a fatture non incassate.

Come funziona