A Forlì 63 auto ogni 100 abitanti, più che a Bologna. L’approssimarsi dei rigidi mesi invernali rende ancora più attuali le problematiche legate all’inquinamento atmosferico. Proprio in questo periodo, complici le emissioni degli impianti di riscaldamento e il maggiore ricorso all’automobile, l’aria della nostra città raggiunge le concentrazioni più pericolose di inquinanti. Non vale nemmeno la pena di spendere parole sulla nocività nel lungo periodo dell’esposizione alle polveri sottili,  indiscutibilmente cancerogene: quello che pochi sanno è che concentrazioni superiori ai 50 mg/mc, se prolungate per quattro o cinque giorni consecutivi, possono provocare l’insorgenza immediata di problemi cronici anche gravi, soprattutto a carico di anziani e bambini.

Se da un lato si va progressivamente verso uno scenario in cui, nel lungo periodo, si affermeranno in edilizia tecniche costruttive volte a minimizzare sia i consumi energetici sia le emissioni in atmosfera, per quanto concerne la mobilità, purtroppo, l’evoluzione delle abitudini dei forlivesi segna decisamente il passo.

Sessantatré auto ogni cento abitanti, la concentrazione di autoveicoli nella nostra città è addirittura superiore a quella di Bologna. Tutti veicoli che si riversano quasi in contemporanea sulle nostre strade ogni mattina dei giorni feriali, nell’orario che va dalle 7,30 alle 8,30.

A poco sono serviti, negli anni scorsi, i cosiddetti blocchi del traffico del giovedì, che coprivano tra l’altro solo una piccola porzione del territorio cittadino: le concentrazioni difficilmente registravano variazioni sostanziali da un giorno all’altro. Forse quell’esperienza è servita unicamente ad affermare la gravità del problema. Ogni giovedì di disagio ha contribuito ad aumentare la nostra consapevolezza nei confronti di una grave minaccia per la salute dei nostri figli, consapevolezza che non genera però in automatico delle soluzioni.

È proprio in quella maledetta ora, tra le 7,30 e le 8,30 di ogni giorno, che possiamo fare le differenza: il percorso casa-lavoro e casa-scuola è quello più facile da coprire con mezzi alternativi all’automobile.

Certo, siamo i primi a non voler costringere chi usa l’automezzo per lavoro a cercare improbabili alternative: non ci piacciono ad esempio le eccessive restrizioni imposte dal nuovo regolamento di accesso alla ZTL agli artigiani che vi si recano per svolgere il proprio lavoro.

Servono soluzioni nuove, basate su una nuova consapevolezza. Con la disponibilità a mettere in discussione qualche vecchia abitudine in tema di mobilità. Il servizio di trasporto pubblico, recentemente rinnovato, è indiscutibilmente efficace per chi si reca ogni mattina in centro storico. Certo, non tutte le zone della città sono così facilmente raggiungibili, ma chi ha la fortuna di potersi servire del mezzo pubblico per recarsi al lavoro, dovrebbe, se non altro, prendere in considerazione questa opportunità.

Le strade adiacenti alle scuole diventano ogni mattina i teatro di fastidiosi ingorghi, aggravati dall’indisponibilità di parcheggi. Ripensare in modo nuovo la mobilità degli alunni più piccoli, quelli delle scuole elementari che non possono recarsi a scuola da soli, a piedi o in bicicletta, gioverebbe a diminuire le perdite di tempo e le emissioni inquinanti. CNA sostiene le esperienze che, come il “Pedibus”, contribuiscono a garantire sia un percorso sicuro per i nostri bambini, sia la possibilità per noi di evitare le più congestionate strade della città.

Siamo per fare, per sperimentare, per provare sempre a migliorare la qualità di questa città anche quando è necessario mettere da parte vecchi dogmi e obsolete consuetudini. Siamo per il bene comune, non per le rendite di posizione: siamo sempre in prima fila, per costruire una città migliore.

 
Riccardo Guardigli
Responsabile CNA Forlì città