In Est Europa per rifarsi i denti?
Un weekend lungo in Est Europa per farsi curare i denti. Si tratta di una tendenza sempre più diffusa anche nella nostra provincia. Prezzi bassissimi, tempi di intervento rapidissimi, magari anche una vacanza, recandosi in località turistiche. Così da alcuni anni, strutture odontoiatriche dell’Est europeo e dell’Estremo Oriente, si propongono sul mercato italiano. Stime non ufficiali parlano di un 4-6% di cittadini italiani che usufruiscono di tali servizi.
Ma quali sono i rischi per i cittadini sui rischi di questo “turismo dentale”? Lo spiega Remo Ruffilli, responsabile di CNA Benessere e Sanità Forlì-Cesena: “innanzitutto occorre tutelarsi dall’abusivismo: non infrequenti i casi di operatori senza titolo che applicano protesi, e anche di operatori che fanno uso di materiali scadenti e non in regola con i severi parametri dell’Unione Europea. C’è di mezzo la nostra salute. La protesi dentale deve essere realizzata esclusivamente nei laboratori odontotecnici, per la sicurezza e la salute di tutti i pazienti e per l’appropriatezza dei dispositivi messi in servizio. Per questo dobbiamo contrastare l’introduzione sul mercato di sostanze e dispositivi che non forniscono garanzie in questo senso”.
L’allarme di CNA nasce in seguito a recenti servizi televisivi e giornalistici dedicati al turismo dentale: “Si tratta di quadri spesso distorti della realtà – spiega Ruffilli – con informazioni imprecise riguardo le procedure tecniche e le tecnologie utilizzate in un paese professionalmente evoluto come il nostro. Si tratta di tentativi volti a screditare categorie come quella degli odontotecnici, non tralasciando di coinvolgere sovente anche l’odontoiatria. Viene spontaneo chiedersi se chi si occupa della realizzazione di tali servizi prenda in considerazione, per onestà di racconto, la necessità di entrare nel merito dei protocolli attuati, delle normative comunitarie, recepite e attuate da tempo come elemento di garanzia per il cittadino paziente italiano anche in caso di contenzioso”.
CNA SNO (Sindacato nazionale odontotecnici) rappresenta la maggioranza della 165 imprese della provincia di Forlì-Cesena: una realtà importante, che sta subendo i morsi della crisi. Un’informazione non puntuale su vantaggi e rischi del turismo dentale rischia di danneggiare i pazienti finali, ma anche un comparto che occupa circa 400 addetti, senza contare quelli dell’indotto.
“Non vogliamo certamente mettere in dubbio che vi siano capaci professionalità in altri paesi – conclude Ruffilli – ma occorre valutare se i protocolli in Medicina previsti dalla legislazione Europea vengano applicati, così come i nostri standard di qualità relativi a sterilizzazioni e sanificazioni, la tracciabilità e requisiti dei prodotti, l’attualità dei dispositivi medici su misura, ecc.. C’è anche da chiedersi se i pazienti “portati” all’estero siano forniti di preventivi con supporti diagnostici adeguati. Qualità e prezzo si trovano anche da noi e con adeguata e sicura assistenza”.
Per questo CNA SNO invita i cittadini, purtroppo condizionati anch’essi dalle difficoltà e necessità, a fare valutazioni attente prima di prendere decisioni in merito a prestazioni che riguardano la propria salute.