La certificazione dei crediti con possibilità di compensare con somme iscritte a ruolo: CNA Forlì-Cesena testa i nodi da sciogliere.
Esiste una enorme liquidità che viene sottratta alle imprese, costrette a finanziare forzosamente la PA in una fase di perdurante crisi economica. Secondo stime ufficiali di fonte pubblica, i debiti commerciali delle amministrazioni centrali, delle regioni, degli enti locali e degli enti del servizio sanitario nazionale, derivanti dalla fornitura e di beni e servizi, nonché dalla realizzazione di opere pubbliche, ammontano a circa 70 miliardi di euro. Per quanto riguarda i tempi di pagamento delle pubbliche Amministrazioni in Italia sono mediamente di 90 gg, contro i 25 della Germania (fonte Intrum Iustitia), anche se registriamo casi abbondantemente superiori all’anno.
“Di fronte a tale evidenza, il governo – fa presente Marco Boscherini, responsabile Area Rappresentanza di CNA Forlì-Cesena – con specifici decreti attuativi, ha dato il via ai procedimenti che prevedono, per le imprese e i soggetti che risultano creditori per forniture, appalti e somministrazioni nei confronti della Pubblica Amministrazione (Regioni, Comuni, Enti locali vari, AUSL) di compensare tali spettanze con le somme iscritte a ruolo verificabili dalle cartelle esattoriali di tributi erariali, regionali e locali, contributi INPS e INAIL, oppure cedere i crediti a istituto bancario/finanziario al fine di ottenere un’anticipazione o affidamento”.
“Nonostante quanto normato – prosegue Boscherini – la macchina burocratica, ad oggi, non dà garanzia piena al processo. Le criticità e alcuni nodi organizzativi e procedurali sono ancora da sciogliere, ed è per questo motivo che come CNA Forlì-Cesena, vogliamo testare il percorso della certificazione e dell’utilizzo del credito maturato nei confronti della Pubblica Amministrazione, accompagnando alcuni casi emblematici e concreti di nostre imprese, tali da metterci nelle condizioni di valutarne la regolare funzionalità. Nel contempo però, chiediamo che si spinga senza indugio sull’acceleratore, evitando complicazioni burocratiche che appesantiscano o limitino quella che è diventata una condizione vitale per le imprese. Così come è necessario attuare immediatamente le direttive europee, già esistenti, contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali al fine di innovare profondamente le abitudini di pagamento non solo tra imprese e pubblica amministrazione, ma anche tra singoli privati”.