Una giovane donna è stata eletta nuovo Segretario nazionale di CNA Pensionati, è  Beatrice Tragni. Dopo l’esperienza maturata da diversi anni come responsabile dei pensionati  CNA dell’Emilia-Romagna, la regione che da sola conta circa un quarto di tutti gli iscritti anziani, e per diversi anni coordinatrice reg.le EPASA,  è stata  chiamata a dirigere l’Organizzazione a livello nazionale.
Oggi deve quindi misurarsi con una responsabilità di primo piano e, in uno dei  momenti sicuramente più difficili per il Paese, dovrà ricercare possibili intese e soluzioni per arginare i problemi che investono il mondo degli anziani. 
A Beatrice abbiamo chiesto come vede il Paese e quali sono gli impegni cui dare priorità, nella consapevolezza di avanzare richieste che, fuori da ogni demagogia, possano avere buona possibilità di accoglimento.

“Non vi è dubbio – afferma il nuovo Segretario – che il Paese sia in forte difficoltà. Difficoltà dovute a una grave crisi economica cui si accompagna un quadro politico sempre più disorientato e lontano da cittadini e anziani.
Il Governo tecnico ha portato speranza e ridato immagine, a livello europeo e mondiale, a un Paese che non meritava certo le recenti insofferenze e ironie. Una immagine che era fondamentale riaffermare per non scivolare nel baratro,  tornando, così, interlocutori credibili e affidabili nei contesti internazionali.
Un’azione, quella del Governo, che non può, però, disgiungersi dalla preoccupazione di come, oggi, far uscire il Paese da una situazione che permane particolarmente grave, in primis per un debito pubblico che non ha certo rallentato la sua corsa e che deve essere assolutamente corretto e ridotto. Un Paese dove permangono forti disuguaglianze e forti storture.
Ed è proprio su come ridurre, su come ridare volano e crescita a un’economia che non vede segni positivi da anni, che maggiormente esprimiamo preoccupazione. Preoccupazione per un reperimento di risorse fatto troppo di tasse e imposizioni, caricate sempre e solo sui soliti che già pagano tanto: imprese, cittadini e tra questi sicuramente i pensionati.
Risorse ricercate con tasse e con tagli, ma tagli di segno troppo lineare e, quindi, ancora una volta con ripercussioni nette sui cittadini e soprattutto sugli anziani, che hanno perso negli ultimi anni molta parte del loro potere di acquisto, con evidente riduzione di servizi soprattutto in area sociale.
Non siamo irresponsabili e sappiamo della difficoltà di mettere ordine in un Paese dove i cittadini non sempre hanno avuto senso dello Stato, senso del bene della cosa pubblica ma, altrettanto, sappiamo quanto oggi sia indispensabile ragionare concretamente su revisione della spesa, taglio agli sprechi, riduzione dell’evasione fiscale, lotta al lavoro nero. Azioni, queste, capaci di offrire risorse senza ancora una volta intaccare cittadini che, come i pensionati, già pagano con forti sacrifici.
Come area pensionati – prosegue Beatrice Tragni – senza trincerarci in posizioni rigide che non farebbero altro che penalizzare i cittadini e sopratutto gli anziani che maggiormente ne hanno bisogno, sappiamo della necessità di riorganizzare il sistema di Welfare e della Sanità. E riorganizzare significa avere capacità e coraggio, significa individuare dove innovare e dove ridurre, dove accorpare e dove semplificare, significa tenere un rapporto continuo con gli associati per raccogliere bisogni ma anche per far capire, per condividere.
E qui consentitemi un inciso sulla concertazione, tema oggetto di recente discussione.
Credo che il confronto e il dialogo siano sempre buona cosa, ma credo anche che la rappresentanza debba sempre più collocare l’interesse particolare nell’interesse generale, se vuol essere vera tutela e, soprattutto, garanzia di prospettiva.
Ed è con questo presupposto che guardiamo alle scelte e alle azioni che si mettono in campo, scelte che devono partire da uno sguardo molto più innovativo ed allargato, capace di vedere insieme bisogni e opportunità, come nel caso del Welfare dove lo stesso bisogno può tradursi in opportunità imprenditoriale e occupazionale, dando vita a un welfare di comunità con la sussidiarietà che diventa elemento integrato della rete dei servizi per dare risposte.
Nei pensionati c’è preoccupazione ma c’è anche, per cultura per processo storico, grande coraggio e tanto buon senso, quel buon senso e quell’equilibrio indispensabili perché insieme si possa superare questa difficile e critica fase.”