Paolo Francia (Presidente CNA Installazione e Impianti): permangono criticità per il futuro del settore.
Sono stati approvati dai Ministri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, i due decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per il fotovoltaico (cd. quinto Conto energia) e per le fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas). I provvedimenti sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale n. 159 del 10-7-2012.
“I due provvedimenti – ha dichiarato Paolo Francia, Presidente Provinciale di CNA Installazione e Impianti – ed in particolare quello sul fotovoltaico, presentano notevoli criticità per lo sviluppo del settore, soprattutto perché introducono tetti massimi di spesa, procedure burocratiche e meccanismi di prenotazione degli incentivi che penalizzano anche i piccoli impianti”. Nonostante i pareri nettamente negativi delle Associazioni di Categoria e delle Regioni, i Ministeri hanno apportato soltanto alcune piccole modifiche ai decreti rispetto ai testi in circolazione in questi mesi: “Le modifiche introdotte – ha proseguito Francia – sono soltanto uno specchietto per le allodole e non risolvono di una virgola il problema, già presentatosi con il terzo e con il quarto conto energia, relativo alla certezza della durata degli incentivi”.
Il V conto energia entrerà in vigore 45 giorni dopo il raggiungimento di un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi di 6 miliardi di €. Tale valore è stato superato il 12 luglio scorso (dato GSE), pertanto a fine agosto, il 27 per l’esattezza il V conto energia sarà in vigore. Inoltre, raggiunto un costo indicativo cumulato annuo di 6,7 miliardi di € il decreto cesserà di applicarsi. Quindi, il costo massimo degli incentivi del V conto energia è fissato a 700 ML€/anno.
Il decreto sulle altre Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) invece si applicherà per gli impianti che entreranno in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2012 (più un ulteriore periodo transitorio di 4 mesi, fino al 30 aprile 2013) e prevede un tetto massimo dato dal raggiungimento di un costo indicativo cumulato di 5,8 miliardi di €/anno.
I due provvedimenti pertanto da un lato lasciano aperto un periodo, seppur molto breve, in cui poter continuare ad accedere ai precedenti incentivi; dall’altro, prevedendo dei limiti alla spesa che determineranno un termine non prevedibile con chiarezza circa la vigenza degli incentivi, non danno agli operatori del settore le certezze necessarie per poter programmare gli investimenti: “Dato il tempo limitato della durata degli incentivi, l’incertezza che permane per il futuro e non ultimo la burocrazia – ha concluso Francia – rischiano di spegnere le buone intenzioni anche dei più convinti ecologisti, è necessario che il Ministero apra con la massima celerità un confronto con le associazioni di rappresentanza per valutare la strategia di incentivazione post-decreti. Diversamente, si rischia di dare il colpo di grazia ad uno dei pochi settore che ha garantito negli ultimi tempi occupazione e lavoro sia per chi installa sia per chi produce, senza dimenticare il contributo in termini di ambientali”.