“Il bilancio preventivo – dichiara Sanzio Bissoni, Presidente CNA Cesena – integrato  dall’emendamento del Sindaco, che ci è stato presentato la settimana scorsa, proprio non ci convince. A fronte di misure condivisibili, quali le risorse per lo sviluppo ed un piano di investimenti che, nonostante i tagli, rimane corposo, sono previste misure sulla fiscalità locale (IMU) che appesantiscono ulteriormente il carico già elevato dell’imposizione sulle imprese”.

“Condividiamo l’istituzione di un fondo (700.000 euro) per lo sviluppo – continua Bissoni – finalizzato ad incentivare la nascita di nuove imprese, aumentare il fondo destinato ai consorzi fidi, favorire la stabilizzazione dell’occupazione ed aumentare le risorse per la valorizzazione del centro storico; sono misure importanti, ancora di più in un momento di straordinaria difficoltà come quello che stiamo attraversando. Reputiamo l’insieme delle misure molto interessanti, riteniamo altresì necessario uno specifico approfondimento per favorirne la massima efficacia e affinché gli importi previsti vengano interamente impegnati”.

“Lo stesso piano degli investimenti (quasi 24 milioni di euro) – conclude Bissoni – può  rappresentare un’importante boccata di ossigeno per l’imprenditoria locale, in un momento in cui gli appalti pubblici sono in costante e considerevole calo”.

“Trova invece – sostiene Roberto Sanulli, Responsabile CNA Cesena – la nostra netta contrarietà la  modulazione che è stata proposta per le aliquote IMU. Abbiamo fortemente contrastato la prima proposta, che prevedeva l’aliquota dell’8,6 per mille per gli immobili ad uso produttivo. La nuova proposta, che fissa l’aliquota al 10,6 per mille, è una misura sbagliata ed iniqua, non solo dal punto di vista economico”.

“In molti casi – prosegue Sanulli – determina il raddoppio (e anche più) dell’importo che si pagava nel 2011 con l’ICI e scarica sulle imprese gran parte delle spese straordinarie sostenute e da sostenere per l’emergenza neve, che è stata un’emergenza collettiva e come tale deve essere affrontata. Rinnoviamo, pertanto, all’amministrazione la richiesta di non aumentare l’aliquota base per gli immobili strumentali all’attività, investimenti che gli imprenditori non fanno per speculare ma, unicamente, per rendere più competitiva la propria impresa”.

“Diversamente – conclude Sanulli – si compromette ulteriormente la liquidità aziendale e si appesantisce il carico fiscale, già eccessivo, sulle imprese che attraversano un momento difficile, sempre più strette fra calo di fatturato, margini più ridotti, allungamento dei tempi di pagamento e crescenti difficoltà di accesso la credito. Così facendo, si manda agli imprenditori un messaggio preoccupante, in un momento in cui hanno bisogno di sentirsi parte di un sistema, dove il tema dello sviluppo non si può declinare solo a parole ma va associato ad interventi concreti”.