“La dura presa di posizione che abbiamo assunto nei giorni scorsi sull’assurdo balzello che rischiava di abbattersi sulle imprese in relazione al pagamento dell’abbonamento speciale per il possesso di apparecchi come computer e simili che la Rai intendeva esigere, ha dunque pagato: l’Ente di Stato ha fatto dietrofront”.
Così Franco Napolitano, direttore generale di CNA Forlì-Cesena, ha commentato la decisione della Rai dopo che nei giorni scorsi erano arrivati a migliaia di imprenditori e lavoratori autonomi bollettini per il pagamento del canone speciale dovuto in virtù di un Regio Decreto del 1938. A far scattare la protesta di CNA l’imposizione del tributo sul possesso non solo di televisori ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza. Come dire che basta avere un computer per essere costretti a pagare una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l’anno.
La soddisfazione di CNA per l’eliminazione di qualsiasi obbligo di corrispondere il canone, fa il paio con il risultato raggiunto sul fronte liberalizzazioni per gli autoriparatori. La Commissione Industria del Senato ha infatti cancellato il comma 2 dell’art. 29 del decreto liberalizzazioni che prevedeva una riduzione dei risarcimento a chi sceglie in caso di incidente stradale di far riparare il veicolo incidentato al carrozziere di fiducia anziché in officine convenzionate con la compagnia di assicurazione, con una penalizzazione in termini di costi del 30%. “Due iniquità – conclude Napolitano – quella del canone per Pc e quella dell’alterazione della libertà di scelta dei consumatori e della libera concorrenza nel caso degli autoriparatori, che attraverso una grande mobilitazione abbiamo denunciato con forza e contribuito a far eliminare”.