"Famiglie e futuro: tra crisi economica e voglia di ripresa" : se ne parla, con esponenti del Parlamento eletti nella nostra provincia, in occasione dell’Assemblea annuale di CNA Pensionati, che si terrà sabato 26 novembre alle ore 9.15, presso la Sala Archimede presso il Grand Hotel Forlì, in Via del Partigiano 12/bis a Vecchiazzano – Forlì.
Dopo l’introduzione di Marco Boscherini, responsabile Politiche economiche di CNA Forlì-Cesena, prenderà avvio la tavola rotonda coordinata da Rita Bartolomei, caposervizio del Resto del Carlino, che si avvarrà degli interventi della Sen. Laura Bianconi, dell’On. Sandro Brandolini e del Segretario di CNA Emilia-Romagna Gabriele Morelli.
L’incontro prenderà le mosse dalle recenti manovre del precedente Governo che hanno colpito pesantemente le famiglie, già soggette agli effetti della crisi economica, la quale, per molti, ha significato e significa tuttora perdita del lavoro, precarietà, perdita della casa.
Siamo tutti ben consapevoli delle condizioni economiche gravissime in cui versa il nostro Paese. I dati macroeconomici sono eloquenti: il debito pubblico è salito in quattro anni dal 104 al 120%, e si attesta sui 1.900 miliardi, mentre negli stessi anni il PIL è diminuito del 3,8%.
Le manovre attuate sulle politiche sanitarie e socio assistenziali nell’ultimo anno si sono concentrate principalmente sui tagli alla spesa sociale raggiungendo, nel 2010, i 7 miliardi e 300 milioni di euro. Il governo precedente, già dal 2011, aveva azzerato il fondo per la non autosufficienza e non aveva previsto soldi per il 2012.
Ai tagli delle risorse si devono aggiungere gli aumenti delle imposte e l’introduzione di nuovi ticket sulla diagnostica e sulla specialistica, che hanno reso la situazione ancora più difficile per i cittadini.
Adispetto delle rassicurazioni precedenti, è stata imposta alle Regioni, da giugno 2011, l’applicazione dei ticket sanitari. La nostra Regione li ha dovuti applicare da settembre, rimodulandoli sulla base del reddito complessivo familiare, per tentare di salvaguardare tutte le categorie già esenti.
“Ci stiamo ponendo coscientemente l’interrogativo – sostiene Paola Fava, responsabile di CNA Pensionati Forlì-Cesena, di come affrontare i temi del sociale, della sanità e della non autosufficienza.
Fino ad oggi, lo sforzo straordinario della nostra Regione ha in parte supportato il carico di cura e dato aiuto ai costi delle famiglie, che sono state sostenute, ad esempio, dai servizi sanitari, dall’assegno di accompagnamento (93.000 non autosufficenti ) e dall’assegno di cura (30.000 famiglie in Emilia-Romagna).
Ma i tagli del precedente Governo possono infliggere un colpo mortale alla domiciliarità, chiave di volta del nostro sistema per arginare la pressione sulle residenzialità, sulle lungodegenze, sul sistema ospedaliero di una Regione come la nostra che registra una elevata incidenza di persone anziane. Su quasi 4.400.000 abitanti, infatti, ben il 22,42% ha oltre 65 anni, l’11;54% oltre i 75 anni e il 6.96% oltre gli 80 anni. Cifre simili si evidenziano anche nella nostra realtà provinciale, accompagnate da un dato che, se può confortarci, fa si che nella nostra Regione la speranza di vita sia tra le più alte in Europa e quindi nel mondo”.
“In un momento così duro – si chiede Marco Boscherini, responsabile Politiche economiche di CNA Forlì-Cesena – c’è qualcosa che possono fare le nostre imprese? Sicuramente possono raccogliendo il bisogno assistenziale di base, trasformandolo in risposte integrative al sistema dei servizi sociali e sanitari. Come sistema CNA ci dobbiamo aprire agli interlocutori forti, autorità locali e Regione, affinché si inizi a valutare l’opportunità di un mercato di servizi alla persona e ripensare le politiche di sostegno alla domanda”.
Sugli effetti dei tagli alla spesa pubblica, sanitaria e sociale, e su altre misure drastiche e penalizzanti per la qualità dell’assistenza e per l’esistenza stessa dei servizi, è doveroso interrogarsi ed interrogare anche esponenti del Parlamento della nostra provincia, come faremo nel corso della tavola rotonda del 26 novembre.
Il nostro Paese da pochi giorni è impegnato ad affrontare una fase di sperimentazione, con il governo Monti, che ci auguriamo ci faccia uscire dalla crisi, coscienti che nessuno potrà sottrarsi.
Il costo da pagare per la ripresa sarà presentato a tutti e tutti dovranno pagarlo, purchè nelle misure adottate prevalgano senso di equità, coesione e giustizia sociale, come elementi fondanti di un Paese moderno, che ha assoluta necessità di ripresa e di crescita quali condizioni indispensabili per il risanamento finanziario e per dare futuro alle nuove generazioni.