Il 25 luglio a mezzogiorno anche gli autotrasportatori di CNA FITA Forlì–Cesena suona il clacson contro l’aumento delle accise

 In pieno accordo con la manifestazione promossa da CNA FITA a livello nazionale, a cui hanno aderito in pochissimo tempo Federconsumatori, Adiconsum, Fit-Cisl, Filt-Cgil, Faib- Confesercenti, Fegica-Cisl, Assotir, Anitrav, Corriere dei Trasporti, Cna Autoriparazione, anche a Forlì-Cesena l’obiettivo è quello di far suonare tutti i clacson alle ore 12.

“La manifestazione si terrà senza arrecare alcun disturbo alla circolazione e nessun disagio alla popolazione e prenderà il via alle ore 12 col suono delle sirene dei mezzi pesanti, così come di tutti i clacson nel resto del Paese – conferma il presidente Marco Mengozzi – In maniera significativamente rumorosa, vogliamo far sentire il disagio e le difficoltà degli operatori e del “popolo della strada”, di fronte ai continui e indiscriminati aumenti dei costi del carburante”.

Da aprile a oggi a causa dell’aumento delle accise, i prezzi dei carburanti alla pompa sono costantemente aumentati. In un anno il prezzo della benzina è passato da 1,37176 euro/litro a 1,62300 euro/litro. Il diesel è passato da 1,21531 euro/litro a 1,50600 euro/litro. In Italia il prezzo alla pompa dei carburanti è tra i più alti d’Europa a causa di una rete di distribuzione che al 90% è controllata dalle maggiori compagnie petrolifere.

Nella recente manovra finanziaria è stato inserito una riforma del settore che in realtà non muterà l’attuale assetto. Dal 1935 ad oggi continuiamo a pagare per emergenze definitivamente concluse. Una per tutte la guerra d’Abissinia. Nonostante l’accisa sia una tassa di scopo, quindi finalizzata ad un’emergenza da sanare, si continua a pagare oltre 19 miliardi di euro l’anno per nulla. Tutto ciò in palese violazione del principio costituzionale (ex art. 53) sulla tassazione progressiva.

Dal 2005 ad oggi lo Stato ha costantemente aumentato la tassazione indiretta mediamente di 2 miliardi di euro ogni anno. Nella manovra appena approvata il prelievo fiscale sui carburanti previsto per l’emergenza degli sbarchi dal nord Africa che doveva terminare nel dicembre del 2011 è stato stabilizzato fino al 2015. Una mini stangata da oltre 8 miliardi di euro che colpisce tutti indistintamente penalizzando imprese e cittadini più deboli.