I dati delle presenze turistiche messi a disposizione della regione indicano una sostanziale stazionarietà, sia in termini di arrivi sia di pernottamenti per il territorio del Rubicone e Mare, in particolare con riferimento a Cesenatico, Gatteo, San Mauro e Savignano.

Osservando le dinamiche dei singoli comuni, a soffrire sono San Mauro e Savignano, che si attestano su riduzioni di presenze rilevanti (circa -6%), compensate da Gatteo che si attesta su un aumento del 4%, mentre Cesenatico, che esprime decisamente i numeri maggiori, rimane sostanzialmente stazionario.

Quel che colpisce quest’anno è l’andamento del mese di maggio che, sia per presenze, sia per pernottamenti, mostra un dato negativo importante. Nel 2019 maggio è stato straordinario, il più piovoso negli ultimi 60 anni.

Pur non esprimendo i numeri più importanti, visto che sono i mesi estivi a fare da padroni, il mese di maggio ha un ruolo strategico. Si tratta, infatti, del mese di raccordo tra il periodo pasquale, quando comincia di fatto il periodo dell’ospitalità, e il periodo estivo. Quindi un maggio produttivo consente una continuità di offerta, ma anche di lavoro per le imprese.

“Non siamo i primi a sostenere – afferma Marco Gasperini, presidente di CNA Est Romagna – che la nostra offerta turistica debba prevedere proposte che vadano almeno da aprile a ottobre. Per farlo non possiamo essere condizionati dal meteo in modo così marcato, ma dobbiamo mettere in campo attività che consentano comunque ai turisti di essere attratti, facendo rete tra i territori”.

“In questo senso ha fatto bene – prosegue Marco Lucchi, responsabile di CNA Est Romagna – il comune di Cesenatico a caratterizzare maggio 2020 come mese del turismo sportivo, sia attraverso il fiore all’occhiello della Nove Colli, sia attraverso la tappa del Giro d’Italia, ma anche con la “Spartan race”, che come associazione abbiamo fortemente sostenuto anche durante il tavolo del turismo”.

“Il turismo sportivo – conclude Gasperini – è poco condizionato dal meteo e attrae turisti più mobili, portati a visitare anche i territori limitrofi. Perché questo processo si consolidi è quindi necessario che i territori facciano rete e che i comuni della costa dialoghino con l’entroterra. Attualmente, mentre la regione definisce “destinazione Romagna”, noi non siamo in grado di realizzare una strategia comune nella nostra provincia, perdendo di fatto una grande occasione”.