Il dibattito su P.zza della Libertà ha nuovamente acquistato, in questi ultimi giorni, la ribalta delle prime pagine dei principali quotidiani locali e delle testate on line. Sarebbe più corretto dire che si è tornati a scontrarsi sulle reciproche posizioni, le stesse dei primi giorni. Si tratta di un dialogo che non riesce a trovare spunti capaci di superare l’empasse iniziale. Non sono servite proteste, chiarimenti, dibattiti e assemblee. Nulla è cambiato da quando la discussione si è avviata.
Il prossimo passaggio sarà un Consiglio Comunale aperto. Luogo deputato per definizione a raccogliere le voci di tutti e trovare soluzioni. Il rischio, è quello di trovarsi di fronte ad una nuova esposizione di ragioni a sostegno dell’una o dell’altra tesi, dove un vero ascolto, capace quindi di portare ad una soluzione condivisa, non avrà asilo.

Pur rispettando le ragioni che portano a questo ulteriore approfondimento, pensiamo che, nella sostanza, rischiamo di trovarci di fronte ad un momento che soddisferà esigenze esclusive di protocollo e di forma, con pochissime speranze di compiere un passo avanti.
Forse entrambe le parti fondano le proprie ragioni su presupposti che possono essere anche condivisibili in astratto, ma che viaggiano su piani divergenti, perché fondate su una visione opposta della vivibilità del centro storico e delle convergenze fra interessi dei cittadini, degli operatori economici o dei semplici fruitori dello stesso.

Il problema vero non è capire quale posizione abbia maggiore dignità, ma come si possa preservare il diritto di un’Amministrazione a realizzare i programmi per i quali ha ricevuto un consenso, senza scavare un solco incolmabile con una parte di cittadini che in questa realtà hanno investito risorse e che producono ricchezza con le proprie imprese.
Se questo diventa l’obiettivo di tutti, è necessario che ogni parte faccia concessioni alle altre. Gli operatori, ammettendo che l’Amministrazione comunale possa concludere un progetto che si inserisce in una visione del centro storico diversa dalla loro. L’Amministrazione, trovando modalità di realizzazione della nuova piazza che producano il minor impatto possibile sulle attività.

Come spesso accade in contesti così accesi, passano in sottofondo alcuni aspetti che invece assumono, a nostro parere, importanza vitale. Fra questi, il garantire che gli importi dei singoli lavori, vengano distribuiti garantendo il coinvolgimento del maggior numero di imprese del territorio. Con una visione che tenga in debita tutela le piccole medie imprese e chi lavora in subappalto. In questo modo daremo ossigeno ad un comparto vitale per il territorio che ancor oggi segna il passo. 
Da troppo tempo la “politica” ha perso la capacità di individuare soluzioni condivise che siano espressione di una vera capacità di ascolto, in grado di mediare interessi contrapposti senza, rinnegare i propri convincimenti. Solo a queste condizioni, il Consiglio del 8 ottobre non sarà un ennesimo dialogo fra sordi.

Presidenza CNA Cesena Val Savio