Recentemente il comune di San Mauro Pascoli ha dichiarato che uscirà dalla compagine sociale del Cercal per rispettare la cosiddetta legge Madia sulle società partecipate.

CNA, fondatore e da sempre sostenitore dell’ente di formazione quale strumento importante a sostegno del distretto del calzaturiero, ha mostrato i propri dubbi in merito, anche attraverso una lettera inviata alla sindaca Garbuglia, ancora in attesa di risposta.

In realtà, prima di questa evoluzione, CNA aveva già da tempo manifestato le sue perplessità. Il Cercal è attualmente l’unico luogo di incontro tra le diverse anime pubbliche e private del distretto del calzaturiero, che conta complessivamente circa 300 imprese, e ogni attore dovrebbe continuare ad essere garante della sua funzione di innovazione e formazione.

Fin dal 2017, CNA aveva invitato l’amministrazione a verificare con gli organi preposti se la fuoriuscita dal Cercal fosse l’unica strada percorribile o se vi fossero altre soluzioni.

Da quel momento le alternative per situazioni analoghe paiono emerse almeno altrove. Ad esempio, altri comuni della provincia, in contesti diversi ma condizioni simili, hanno trovato soluzioni alternative rispetto all’uscita. Con la stessa logica e fatte le opportune verifiche, la Camera di Commercio della Romagna ha confermato la propria partecipazione al Cercal.

Nonostante questo, il comune di San Mauro Pascoli continua verso il percorso di dismissione per quanto di nostra conoscenza, senza aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dagli organi competenti in merito all’opportunità o meno di mantenere le quote. Riterremmo prudente attendere il parere della Corte dei Conti.

Certo, il Comune può scegliere di uscire dal Cercal in qualsiasi momento, ma dovrebbe farlo motivandolo come una scelta politica e non ammantando motivazioni tecniche. Una differenza non formale, ma di sostanza, che permetterebbe una volta per tutte di fare chiarezza.

È stato fatto il possibile per verificare la necessità di questo percorso? CNA chiede all’amministrazione di esplicitare le scelte politiche che l’hanno portata a prendere questa decisione, con la consapevolezza di agire per il bene di un patrimonio e delle imprese del distretto del nostro territorio.