Lo sconto in fattura, previsto per Ecobonus e Sismabonus, danneggia le piccole imprese ed ha motivato oltre 60 aziende associate a CNA ad avviare un procedimento amministrativo davanti alla Commissione europea ed all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, affinchè venga accertata l’illegittimità dell’art. 10 della L. 58/2019 (Decreto Crescita) per violazione del diritto comunitario e/o nazionale della concorrenza.

“Il provvedimento varato dal Parlamento – afferma Enrico Villa, responsabile di CNA Installazione e Impianti di Forlì-Cesena – ci ha convinto a mobilitarci a tutela delle piccole imprese e, d’intesa con la Confederazione, ci siamo attivati per ottenere la cancellazione dell’art. 10 che riteniamo un tentativo di favorire la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi grandi operatori, alterando pertanto la libera concorrenza, configurandosi anche come aiuto di Stato”.

In sostanza, l’art. 10 del Decreto Crescita sancisce che i contribuenti che beneficiano della detrazione fiscale prevista per gli interventi di efficienza energetica, possano decidere di convertirla in uno sconto di pari importo, che l’impresa dovrà applicare in fattura.

“Una previsione quantomeno strana – sostiene Danila Padovani, responsabile di CNA Produzione Forlì-Cesena – inserita in una misura voluta dal governo per incentivare la spesa privata e che, ancor prima di ricevere l’opposizione del nostro ricorso, era già passata sotto la lente dell’Antitrust. Forse l’opinione pubblica non ha l’esatta percezione dell’entità cui ci si riferisce e per questo mi preme sottolineare la rilevanza di questo mercato: dall’ultimo rapporto Enea relativo al 2018, risulta che ai 334 mila interventi che hanno beneficiato dell’Ecobonus, corrispondono 3,l3 miliardi di investimenti”.

Un’ultima precisazione: in attesa che l’Agenzia delle Entrate emani le regole per l’attuazione dell’art. 10, restano in vigore le norme attuali che non prevedono lo sconto diretto in fattura.

 

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