90 collaboratori, per la maggioranza residenti nelle zone adiacenti, 900 distributori in 41 paesi nel mondo, 7.000 mq di superficie produttiva, numeri che parlano di una realtà legata alle proprie origini, ma riconosciuta e apprezzata sul mercato internazionale.
Un trend positivo che dura ormai da 30 anni: la parola d’ordine, coltivare l’eccellenza del personale, dei prodotti e dei processi senza compromessi. Determinante anche la scelta di un reparto interno di R&D, con 12 persone fra tecnici specializzati e ingegneri dedicati alla ricerca di nuove soluzioni, sempre più performanti e affidabili.
“Il nostro successo è il frutto dell’impegno di tutti – sottolinea il presidente Giorgio Cangini – perché è grazie alla passione e al lavoro di squadra che nascono le idee più innovative ed è grazie alla dedizione di ognuno di noi che queste possono essere realizzate”.
La squadra Cangini si avvale inoltre di una cinquantina di fornitori di fiducia nel raggio di 200 km che sono parti integranti del “Mondo Cangini”.
L’azienda copre il 70% del mercato nazionale ed è leader in quello europeo. I brevetti ottenuti sono 20, fra nazionali ed internazionali. Una costante crescita l’ha caratterizzata negli ultimi anni, sia in termini di personale impiegato che di fatturato.
Una carta d’identità davvero formidabile, ma come si sviluppa nel tempo un’azienda che “guarda al mondo”, restando fedele al proprio territorio?
Ce lo racconta Giorgio Cangini, fondatore e Presidente.

“L’attività – afferma Cangini – inizia alla fine degli anni ’80 come officina operante nel campo della carpenteria metallica, nella zona rurale di Pagno, nel cuore dell’Appennino romagnolo. Eravamo giovani, io e mio fratello, ma già attenti a cogliere i primi segnali di un mercato in evoluzione.
Dopo solo tre anni, agli esordi dei primi mini escavatori, ci siamo specializzati nella progettazione e produzione di benne e, posso oggi dire, è stata una scelta vincente”.

Gli anni ’90 sono stati ricchi di grandi soddisfazioni; nel 1992 il prototipo del primo attacco rapido supera i test e così la prima attrezzatura quattro anni dopo. Viene acquistato un nuovo stabilimento a Sarsina, scegliendo di mantenere le radici nel proprio territorio.
Il catalogo si amplia di nuovi prodotti; nascono soluzioni sempre più performanti e il 2001 consegna all’azienda il primo brevetto, che premia il grande impegno e la scelta della strada dell’innovazione.

“La spinta innovativa – spiega Cangini – è da sempre la chiave del nostro lavoro e questo impegno, insieme alla cura del rapporto con il nostro cliente, ci ha portato, nel 2006, ad ampliare la superficie destinata alla produzione, portandola a 2.500 mq.”

“La crisi economica che ha colpito – prosegue Cangini – pochi anni dopo il mondo intero ed in particolare l’Italia, non ci ha colti impreparati, grazie alla scelta della diversificazione dei mercati e alle esportazioni. In quegli anni, abbiamo rafforzato la nostra presenza sul mercato estero, tanto che oggi esportiamo il 50% della nostra produzione in 41 paesi.
Ai tradizionali Francia, Germania e Belgio, si aggiungono paesi lontani, quali Cile ed Argentina, altri ancora nel Sud America e fino alla Nuova Zelanda”.

Per completare la storia di questa azienda, fiore all’occhiello del nostro territorio, citiamo uno degli ultimi riconoscimenti ottenuti: nel 2016 una delle più recenti innovazioni Cangini ottiene la menzione d’onore per la sicurezza, nell’ambito del 22° Premio Innovazione Samoter, grazie alla rigida attenzione che l’azienda dedica alla sicurezza degli operatori in cantiere.

Il 2018 segna un’ulteriore aumento della capacità produttiva con la creazione di una nuova area dedicata alle attrezzature idrauliche. E’ ancora la produzione il cuore nevralgico della spinta innovativa dell’azienda, nell’ottica degli sviluppi dell’Industria 4.0.

Concludiamo questo breve excursus sulla storia della Cangini, con due esempi che aggiungono ulteriore prestigio a questa azienda e alla sua compagine direttiva.
Anche nei periodi di maggiore tendenza alla delocalizzazione, l’azienda è rimasta legata saldamente al suo territorio. Come il suo Presidente è solito affermare, “vogliamo mantenere saldi i rapporti con il nostro territorio e, per quanto possiamo, contribuire alla sua valorizzazione culturale e al benessere sociale della comunità”. Questo attaccamento al territorio gli è valso, nel 2017, il titolo di “Cittadino Onorario” di Sarsina.

Ancor più recentemente, Cangini ha portato l’azienda a sostenere progetti umanitari di valenza internazionale, come l’appoggio a Family Mission, l’associazione di volontariato missionario che in Africa sta realizzando progetti importanti sul fronte sia sanitario che sociale, concentrando il proprio intervento sull’infanzia e sul miglioramento della loro qualità di vita.