Proprio nel periodo in cui sulle strade del nostro paese circola il maggior numero di veicoli di tutto l’anno, si sarebbe potuto evitare quanto si sta verificando nel comparto dei revisori d’auto autorizzati.
Il presidente nazionale di CNA Daniele Vaccarino, ha scritto al ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, per sollevare l’attenzione sulle problematiche legate all’attività di controllo periodico sugli autoveicoli, che rischiano di penalizzare circa 8.500 imprese sull’intero territorio nazionale e circa 50 nella realtà di Forlì-Cesena.

“Con il recepimento nel nostro ordinamento – sostiene Daniele Mazzoni, responsabile di CNA Servizi alla Comunità Forlì-Cesena – della direttiva comunitaria sui controlli periodici dei veicoli a motore 2014/45, è stata introdotta la figura dell’ispettore del centro di controllo, in sostituzione del responsabile tecnico delle revisioni; una figura altamente specializzata avente requisiti minimi di competenza e formazione individuati dalla legge ed altri da definire con apposito decreto. A distanza di un anno dall’entrata in vigore della nuova normativa, non sono ancora stati emanati i decreti sulla formazione dei nuovi ispettori e i corsi di preparazione al conseguimento della qualifica, sono stati sospesi”.

In seguito, la direzione territoriale Nord/Ovest della motorizzazione ha ribadito la sospensione dei corsi regionali chiarendo, inoltre, che la figura del sostituto temporaneo dell’ispettore, ossia l’ex responsabile tecnico presente all’interno dei centri, non è più compatibile con la direttiva europea e che l’impresa, pertanto, per continuare a operare in caso di assenza o impedimento del responsabile tecnico, deve forzatamente disporre di un secondo ispettore avente le stesse caratteristiche.

“In questo scenario – conclude Mazzoni – i controlli periodici sui veicoli, rischiano di essere completamente bloccati, soprattutto in quei centri revisione che hanno un solo ispettore e che saranno costretti a chiudere l’attività, al verificarsi di qualsiasi impedimento dettato da malattia o semplici ferie dei dipendenti. Mi sembra una situazione paradossale: c’è chi dovrebbe operare ma non può perché non sono ancora usciti i percorsi di qualificazione e chi potrebbe farlo, perché l’ha sempre fatto, ma non può in quanto figura sostituita dalla norma”.

L’auspicio è quello che il ministro sappia cogliere questa situazione di disagio e si renda disponibile ai necessari approfondimenti che, appunto nella lettera inviata, gli abbiamo garantito di fornire.