Il Comune di Forlì ha inaugurato nei giorni scorsi la “Casa della Legalità”, una struttura polivalente, dedicata a percorsi formativi, didattici e laboratoriali per rafforzare la cultura della legalità, nelle nuove generazioni.

“L’illegalità in campo economico – afferma Monica Sartini, presidente dell’area CNA Forlì città – rappresenta un costo ed una costante emorragia di efficienza che pesa sulle tasche di tutti, imprese e cittadini. Non è necessario un crimine grave per parlare di mancanza di legalità: è sufficiente l’esercizio abusivo di un’attività economica, per inquinare il mercato.  L’abusivismo è frequente principalmente nei settori della cura alla persona, ma è presente anche nel mondo dell’autoriparazione e del trasporto persone; esiste, poi, la piaga della contraffazione, che penalizza non solo il settore dell’abbigliamento e delle calzature, ma addirittura il settore alimentare”.

“La regione Emilia Romagna – prosegue Sartini – ha preso una direzione precisa, varando il Testo Unico sulla Legalità e indicando sia le risorse finanziarie che organizzative, poste a tutela di questo grande valore. Particolare interesse viene rivolto alla disciplina degli appalti e ai contratti pubblici per lavori, servizi e forniture, con l’inserimento di elementi di semplificazione e trasparenza. Innovative sono anche le parti che disciplinano gli interventi per la prevenzione dell’usura: il Testo Unico prevede che la Regione agevoli l’accesso al credito, conceda contributi per attività di monitoraggio del fenomeno e metta in campo azioni di prevenzione e supporto alle vittime attraverso il Fondo di solidarietà. L’Amministrazione Comunale, attraverso l’istituzione della Consulta sulla Legalità, ha già dichiarato di voler far parte della rete virtuosa tra enti pubblici ed il compito di ogni parte della società civile, in particolare delle associazioni economiche, è quello di sostenere questo progetto”.

“Sono convinta che ogni azione – conclude Monica Sartini – normativa, preventiva e di monitoraggio, sia importante per combattere il fenomeno e che per farlo al meglio occorra l’unità di tutti. Tutti insieme, parti politiche, istituzioni, associazioni economiche e sociali, dobbiamo unire le energie e attivare azioni concrete, per ripartire dai giovani, stigmatizzando ogni forma di illegalità o di irregolarità; dobbiamo sradicare l’accettazione, la supina rassegnazione, l’indifferenza, la giustificazione di ciò che è ingiusto ma appare conveniente, puntando invece sul senso di responsabilità, sulla capacità di scelta, sul valore del bene comune e sul senso di appartenenza alla comunità”.