Da anni CNA segnala a tutti i livelli la necessità di intervenire sui bandi pubblici per facilitare l’accesso delle piccole imprese locali. Continuando la sua battaglia ha presentato anche al comune di Cesenatico un elenco di proposte concrete che possono essere messe in atto sin da subito.

“Si tratta di azioni applicabili nel rispetto delle norme e dell’equità prima di tutto – sottolinea il presidente di CNA Est Romagna Marco Gasperini – lo dimostra il fatto che accorgimenti simili sono stati approvati dalla Giunta della Regione Lombardia ormai quasi da un anno”.

Perché sia un’azione necessaria nell’interesse delle imprese e della comunità è evidente per molti motivi. Innanzitutto servirebbe a sostenere le imprese edili del territorio, che hanno rappresentato, per anni, il comparto di traino anche a Cesenatico insieme al turismo e che oggi soffrono la crisi in modo clamoroso. Un settore che ormai rischia di destrutturarsi completamente, dove forti tensioni nella riscossione dei crediti e pesanti difficoltà nella gestione delle proprie linee di finanziamento chiudono il cerchio nella rappresentazione di un futuro fortemente incerto.

In secondo luogo, scegliere le imprese radicate nel territorio, inoltre, porta vantaggi a tutta la comunità. Si sa quali sono i mali degli appalti: offerte al massimo ribasso, subappalti, ritardi, mancata ultimazione dei lavori e chi più ne ha più ne metta. Affidarsi alle imprese locali dà garanzie in termini di affidabilità delle imprese, perché chi gioca in casa ci tiene alla propria reputazione.

“Non bisogna andare molto lontano per avere esempi concreti di quanto affermato – continua Gasperini – basti pensare alla vicenda dell’intervento sull’ex Lavatoio a Cesenatico, con i lavori iniziati nel 2011, ma ancora bloccati, il rischio di perdere i fondi europei, imprese del territorio subappaltanti del luogo che non hanno ricevuto quanto dovuto”.

Ecco dunque, nel concreto, alcune soluzioni proposte da CNA: obbligo di suddivisione della gara in lotti, rotazione degli inviti alle gare, riserva di una quota percentuale delle gare pubbliche per le imprese fino a 10 addetti e con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro, pagamento diretto a cura dell’Ente locale del subappaltante. I medesimi accorgimenti possono essere applicati sia per i bandi di emanazione diretta del comune, sia per i bandi delle società partecipate.

“È necessaria una forte volontà politica per realizzare gli obiettivi indicati – conclude Gasperini – superando le inevitabili resistenze delle strutture amministrative degli Enti locali e trovando le formule per concretizzare le azione necessarie. Abbiamo solo poche certezze. Che queste semplici misure si possono attuare e che un intero comparto attende un aiuto da un territorio che per decenni lo ha aiutato a crescere”.